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Il contributo verte sull'esame delle "defixiones" elaborate in occasione di contesti giudiziari. Si tratta del primo studio dedicato in modo specifico a questo tema. Sulle circostanze della destinazione processuale delle iscrizioni di maledizione alcune ipotesi erano state avanzate, in brevi notazioni occasionali, dai primi editori di tavole defissorie; ma, diversamente da chi postulava, per le defissioni attiche, una redazione antecedente allo svolgimento del processo (Wünsch) o da chi invece ne suggeriva una in fase posteriore (Ziebarth), viene qui individuata - sulla base dell'esame testuale interno ai documenti e di raffronti con aspetti procedurali e testimonianze relative al diritto attico coevo - precisamente nella fase istruttoria ("anakrisis") il momento in cui erano vergate le defissioni "iudiciariae". L'indagine su questa particolare categoria procede con l'analisi di un ulteriore documento e si concentra sul ruolo dei personaggi defissi evocati in un testo iscritto su un disco plumbeo da Selinunte, con la disamina dell'enigmatica attestazione "xenon syndikon" e una sua proposta di interpretazione e di contestualizzazione rispetto ai travagliati contrasti etnici registrati nella società selinuntina coeva (V sec. a.C.). La terza e ultima analisi richiama un documento proveniente da Olbia pontica, con una proposta di lettura dell'unica attestazione nota in ambito defissorio del verbo "paraterein".
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